Siamo viaggiatori che amano intinerari fuori dai circuiti classici, convinti che l'incontro con le persone del luogo, con i colori e profumi , con le vie meno note e affollate siano la vera risorsa, la vera scoperta per aggiungere VITA alla VITA.
Con questo spirito il 29 febbraio 2016 inizia il nostro viaggio sulla via dei nomadi berberi, in Marocco: 5 amici, 5 moto preparate per ogni evenienza, in mano un programma con tappe a grandi linee e tutto il resto pronto per essere pensato e vissuto sul posto.
Dopo 2 gioni di navigazione con imbarco dal porto di Genova arriviamo a Tangeri nella notte del 2 Marzo. Il giorno successivo inizia il nostro tour.
Scendiamo verso la costa ovest passando per Kenitra e per Rabatt, la capitale amministrativa nonché una delle 4 città imperiali del Marocco. Non vogliamo mescolarci a troppa confusione turistica e decisiamo di proseguire fino a Casablanca , considerata la capitale degli affari del paese.
Appena entrati nella città veniamo subito avvolti e inebriati dai profumi e colori del mercato delle spezie. Ancora adesso nel ricordare , mi sembra di sentire e respirare quelle emozioni.
La grande moschea Hassan II è la nostra prima meta. La struttura è immensa , imponente con i suoi colori bianco e verde e il suo altissimo minareto. Vedere come si protende per buona parte delle sue dimensioni sull'oceano atlantico è uno spettacolo meraviglioso.
Finiamo la serata in bellezza in con una cena di pesce in compagnia del nostro nuovo amico Abderrahim, un imprenditore marocchino, conosciuto sulla nave, che vive in Italia e ritorna spesso nel suo paese per l'attività di commercio delle pelli. Persona di una ospitalità, cortesia e gentilezza squisita, come molti dei marocchini che incontreremo nel nostro percorso.
Lasciata Casablanca proseguiamo lungo la costa con lo sguardo rivolto verso spiagge deserte fino ad arrivare a El Jadida, una carina cittadella fortificata di dominazione portoghese.
Rimaniamo entusiasti difronte a questo pezzetto di Portogallo ancora ben conservato e alla meravigliosa cisterna portoghese, un insieme di colonne, volte e arcate , con un velo d'acqua sul pavimento che ,come uno specchio, riflette e amplifica gli spazi.
Riprendiamo la strada e optiamo subito dopo per un pranzo di pesce appena pescato sulla spiaggia di Ovalida, dove dei pescatori allesticono per noi un barbecue in riva al mare. Pesce squisito, vista spettacolare e non ci soffermiamo certo a guardare il bon-ton .
Arriviamo a Essaouria nel tardo pomeriggio e ci troviamo di fronte ad una città dalla doppia anima, moderna verso la zona portuale e antica nel suo centro circondata da mura. D'obbligo in serata provare il loro piatto tipico, il TAJINE , una ciotola di terracotta col coperchio conico dove vengono cucinate a fuoco lento sia carne, che verdure o pesce , con spezie o zucchero. Una delizia .
Si riparte la mattina seguente continuando a costeggiare l'oceano atllantico, passando per Agadir, granaio fortificato in lingua amazigh e Tiznit, piccola e carina città cinta da mure ai piedi della catena montuosa dell'Atlante .
In serata arriviamo a Tafraoute e qui scopriamo di essere nel bel mezzo di un importante evento Rock marocchino, dove musicisti e fan hanno invaso tutti gli alberghi disponibili. Rimane libero solo il nostro "tugurio", come lo rinomineremo , un quanto mai rustico albergo di fango e terra dove il proprietario ci accoglie con un rotolo di carta igienica a testa, che ci farà anche da asciugamano.
Mai divertiti cosi tanto. Per non parlare della doccia all'aperto con la fiamma del boiler tenuta accesa dal proprietario col l'accendino e l'acqua bianca candida che usciva.
Da qui in poi, lasceremo la costa e ci spingeremo verso l'interno dove le moschee arabe lasceranno spazio ai villaggi di fango tipiche dell'architettura berbera, dove le montagne verdeggianti si uniranno a paesaggi brulli e desertici e alle dune dorate.
In questi momenti si impara davvero a rallentare lo sguardo e l'animo , per godere al massimo ogni emozione. Ogni tanto mentre pensi di essere solo tu e i tuoi amici ad attraversare un paesaggio quanto mai deserto , sbuca qualcuno dal nulla più assoluto che ti viene incontro, come quel nomade camelliere sdentato con i suoi abiti talmente sgargianti da sembrare quasi un principe, o quei bimbi scalzi che corrono in mezzo alle pietre per raggiungerci. E mi viene subito da pensare che non è facile essere bambini in questa terra, eppure il sorriso non li abbandona mai .
Arriviamo al passo "TIZI N'TEST "a 2100 mt per poi dormire vicino al lago Ouirgane e da qui ripartire per Marrakech, un'altra delle città imperiali più importanti del marocco.
Visitiamo il mercato, i negozi pittoreschi e singolari che caratterizzano questa città e la zona di lavorazione delle pelli . Tanti colori, tanti odori, tanti visi che ci accompagnano.
Lasciato Marrakech prendiamo la strada che porta al passo Tizi-n-Tichka a 2300 mt e poco dopo arriviamo al bel villagio di Ait-Benhaddou dove sono stati girati famosi film come Gesù di Nazaret, il tè nel deserto, Lawrence d'Arabia. Incontriamo un ragazzo che ci fa da guida per pochi spiccioli e assieme a lui visitiamo la Kasbah meglio conservata di tutto il marocco, la tipica casa rurale fortificata del sud, sempre di fango e terra. Il nostro amico parla un italiano perfetto, imparato ascoltanto i turisti e non a scuola come dovrebbe essere . Lo studio purtroppo rimane privilegio negato a molti .
Il giorno successivo sarà un susseguirsi di spettacoli naturali e di paesaggi fantastici, tra le gorges de dades , les gorges du Todrha , tra vette e spazi aperti infiniti , dai colori e dalle forme indescrivibili. Alterniamo strada asfaltata a strada battuta e... a strada alquanto infangata a causa dello scioglimento della neve sulle montagne dell'Atlante . Per 3 ore siamo messi a dura prova, con il fango che ci arriva fino al cardano ; rimanere in equilibro con la moto e andare avanti non è semplice, ogni tanto qualche caduta a lato da fermi tocca a tutti , ma con il sorriso stampato ci aiutiamo uno con l'altro , senza contare i soliti visi che all'improvviso ci appaiono davanti per darci una mano. Superata la prova , arriviamo ad un passo dove, affamati per l'avventura , ci fermiamo alla prima e unica baracca-ristorante disponibile . Speravamo in un ricco pasto , ma a quell'altitudine dobbiamo ritenerci fortunati se troviamo la possibilità di mangiare una frittata cucinata dal nostro Fabrizio che appena vede lo stato della cucina, ci avvisa che non serve che entriamo . Fa tutto lui. Il proprietario della baracca è un giovane ragazzo che ci lascia fare. Non si regge in piedi dalla febbre e prima di andarcene gli lasciamo le medicine che abbiamo ,con le dovute raccomandazioni.
La prossima meta è Merzouga che in arabo vuol dire "solitudine", una meravigliosa oasi nel deserto del Sahara. Qui incontriamo il gruppo di "Energia e Sorrisi" di Altavilla-Vicenza, una Onlus che ha sede a pochi km da casa nostra e che unisce sporto/rally motociclistici alla solidarietà. E' qui in missione come ormai da anni per portare aiuti uminitari ai meno fortunati .
La vita riserva sempre incontri speciali nei luoghi che meno immagini. Il paesaggio che ci circonda è qualcosa di unico con queste imponenti dune di sabbia rossastra e un silenzio quasi assordante.
Decidiamo per un giro su un fuoristrada e nel nostro girovagare incontriamo una famiglia di nomadi berberi con una schiera di bambini al seguito. Ci offrono del tè alla menta , nella sua meravigliosa cerimonia di versamento e riversamento dall'alto al basso della teiera e dimostrano ancora una volta la grande ospitalità che impone questa cultura, pur avendo poco offrire . Loro nella loro semplicità e dignità unica, noi quasi a disagio nell'essere trattati come persone speciali.
Da Merzouga proseguiamo su strade interessanti che ci porteranno verso le belle gole du Ziz, i boschi di Timahdite fino a raggiungere Ifrane, considerata la Svizzera del Marocco. Non c'è che dire, tutto pulito e in ordine , le case in perfetto stile "alpi svizzere", stazioni sciistiche e tutti i servizi possibili. L'impatto è forte , inaspettato, come la temperatura .....dai 25° del deserto passiamo agli 8° della montagna. Lasciata la perfetta Ifrane, ci dirigiamo verso Meknes, altra città imperiale dove ci fermiamo per la notte .
Domani si parte per Tangeri, siamo in dirittura d'arrivo.
Non abbiamo ancora lasciato questa terra di contrasti che abbiamo già voglia di ritornare. Troppe emozioni forti ci hanno accompagnato in questi 10 giorni e il desiderio di riviverle è grande.
NON VOGLIAMO SMETTERE DI FARCI SORPRENDERE, perchè la vita...., come dice qualcuno, non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo, ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro .
Con questo spirito il 29 febbraio 2016 inizia il nostro viaggio sulla via dei nomadi berberi, in Marocco: 5 amici, 5 moto preparate per ogni evenienza, in mano un programma con tappe a grandi linee e tutto il resto pronto per essere pensato e vissuto sul posto.
Dopo 2 gioni di navigazione con imbarco dal porto di Genova arriviamo a Tangeri nella notte del 2 Marzo. Il giorno successivo inizia il nostro tour.
Scendiamo verso la costa ovest passando per Kenitra e per Rabatt, la capitale amministrativa nonché una delle 4 città imperiali del Marocco. Non vogliamo mescolarci a troppa confusione turistica e decisiamo di proseguire fino a Casablanca , considerata la capitale degli affari del paese.
Appena entrati nella città veniamo subito avvolti e inebriati dai profumi e colori del mercato delle spezie. Ancora adesso nel ricordare , mi sembra di sentire e respirare quelle emozioni.
La grande moschea Hassan II è la nostra prima meta. La struttura è immensa , imponente con i suoi colori bianco e verde e il suo altissimo minareto. Vedere come si protende per buona parte delle sue dimensioni sull'oceano atlantico è uno spettacolo meraviglioso.
Finiamo la serata in bellezza in con una cena di pesce in compagnia del nostro nuovo amico Abderrahim, un imprenditore marocchino, conosciuto sulla nave, che vive in Italia e ritorna spesso nel suo paese per l'attività di commercio delle pelli. Persona di una ospitalità, cortesia e gentilezza squisita, come molti dei marocchini che incontreremo nel nostro percorso.
Lasciata Casablanca proseguiamo lungo la costa con lo sguardo rivolto verso spiagge deserte fino ad arrivare a El Jadida, una carina cittadella fortificata di dominazione portoghese.
Rimaniamo entusiasti difronte a questo pezzetto di Portogallo ancora ben conservato e alla meravigliosa cisterna portoghese, un insieme di colonne, volte e arcate , con un velo d'acqua sul pavimento che ,come uno specchio, riflette e amplifica gli spazi.
Riprendiamo la strada e optiamo subito dopo per un pranzo di pesce appena pescato sulla spiaggia di Ovalida, dove dei pescatori allesticono per noi un barbecue in riva al mare. Pesce squisito, vista spettacolare e non ci soffermiamo certo a guardare il bon-ton .
Arriviamo a Essaouria nel tardo pomeriggio e ci troviamo di fronte ad una città dalla doppia anima, moderna verso la zona portuale e antica nel suo centro circondata da mura. D'obbligo in serata provare il loro piatto tipico, il TAJINE , una ciotola di terracotta col coperchio conico dove vengono cucinate a fuoco lento sia carne, che verdure o pesce , con spezie o zucchero. Una delizia .
Si riparte la mattina seguente continuando a costeggiare l'oceano atllantico, passando per Agadir, granaio fortificato in lingua amazigh e Tiznit, piccola e carina città cinta da mure ai piedi della catena montuosa dell'Atlante .
In serata arriviamo a Tafraoute e qui scopriamo di essere nel bel mezzo di un importante evento Rock marocchino, dove musicisti e fan hanno invaso tutti gli alberghi disponibili. Rimane libero solo il nostro "tugurio", come lo rinomineremo , un quanto mai rustico albergo di fango e terra dove il proprietario ci accoglie con un rotolo di carta igienica a testa, che ci farà anche da asciugamano.
Mai divertiti cosi tanto. Per non parlare della doccia all'aperto con la fiamma del boiler tenuta accesa dal proprietario col l'accendino e l'acqua bianca candida che usciva.
Da qui in poi, lasceremo la costa e ci spingeremo verso l'interno dove le moschee arabe lasceranno spazio ai villaggi di fango tipiche dell'architettura berbera, dove le montagne verdeggianti si uniranno a paesaggi brulli e desertici e alle dune dorate.
In questi momenti si impara davvero a rallentare lo sguardo e l'animo , per godere al massimo ogni emozione. Ogni tanto mentre pensi di essere solo tu e i tuoi amici ad attraversare un paesaggio quanto mai deserto , sbuca qualcuno dal nulla più assoluto che ti viene incontro, come quel nomade camelliere sdentato con i suoi abiti talmente sgargianti da sembrare quasi un principe, o quei bimbi scalzi che corrono in mezzo alle pietre per raggiungerci. E mi viene subito da pensare che non è facile essere bambini in questa terra, eppure il sorriso non li abbandona mai .
Arriviamo al passo "TIZI N'TEST "a 2100 mt per poi dormire vicino al lago Ouirgane e da qui ripartire per Marrakech, un'altra delle città imperiali più importanti del marocco.
Visitiamo il mercato, i negozi pittoreschi e singolari che caratterizzano questa città e la zona di lavorazione delle pelli . Tanti colori, tanti odori, tanti visi che ci accompagnano.
Lasciato Marrakech prendiamo la strada che porta al passo Tizi-n-Tichka a 2300 mt e poco dopo arriviamo al bel villagio di Ait-Benhaddou dove sono stati girati famosi film come Gesù di Nazaret, il tè nel deserto, Lawrence d'Arabia. Incontriamo un ragazzo che ci fa da guida per pochi spiccioli e assieme a lui visitiamo la Kasbah meglio conservata di tutto il marocco, la tipica casa rurale fortificata del sud, sempre di fango e terra. Il nostro amico parla un italiano perfetto, imparato ascoltanto i turisti e non a scuola come dovrebbe essere . Lo studio purtroppo rimane privilegio negato a molti .
Il giorno successivo sarà un susseguirsi di spettacoli naturali e di paesaggi fantastici, tra le gorges de dades , les gorges du Todrha , tra vette e spazi aperti infiniti , dai colori e dalle forme indescrivibili. Alterniamo strada asfaltata a strada battuta e... a strada alquanto infangata a causa dello scioglimento della neve sulle montagne dell'Atlante . Per 3 ore siamo messi a dura prova, con il fango che ci arriva fino al cardano ; rimanere in equilibro con la moto e andare avanti non è semplice, ogni tanto qualche caduta a lato da fermi tocca a tutti , ma con il sorriso stampato ci aiutiamo uno con l'altro , senza contare i soliti visi che all'improvviso ci appaiono davanti per darci una mano. Superata la prova , arriviamo ad un passo dove, affamati per l'avventura , ci fermiamo alla prima e unica baracca-ristorante disponibile . Speravamo in un ricco pasto , ma a quell'altitudine dobbiamo ritenerci fortunati se troviamo la possibilità di mangiare una frittata cucinata dal nostro Fabrizio che appena vede lo stato della cucina, ci avvisa che non serve che entriamo . Fa tutto lui. Il proprietario della baracca è un giovane ragazzo che ci lascia fare. Non si regge in piedi dalla febbre e prima di andarcene gli lasciamo le medicine che abbiamo ,con le dovute raccomandazioni.
La prossima meta è Merzouga che in arabo vuol dire "solitudine", una meravigliosa oasi nel deserto del Sahara. Qui incontriamo il gruppo di "Energia e Sorrisi" di Altavilla-Vicenza, una Onlus che ha sede a pochi km da casa nostra e che unisce sporto/rally motociclistici alla solidarietà. E' qui in missione come ormai da anni per portare aiuti uminitari ai meno fortunati .
La vita riserva sempre incontri speciali nei luoghi che meno immagini. Il paesaggio che ci circonda è qualcosa di unico con queste imponenti dune di sabbia rossastra e un silenzio quasi assordante.
Decidiamo per un giro su un fuoristrada e nel nostro girovagare incontriamo una famiglia di nomadi berberi con una schiera di bambini al seguito. Ci offrono del tè alla menta , nella sua meravigliosa cerimonia di versamento e riversamento dall'alto al basso della teiera e dimostrano ancora una volta la grande ospitalità che impone questa cultura, pur avendo poco offrire . Loro nella loro semplicità e dignità unica, noi quasi a disagio nell'essere trattati come persone speciali.
Da Merzouga proseguiamo su strade interessanti che ci porteranno verso le belle gole du Ziz, i boschi di Timahdite fino a raggiungere Ifrane, considerata la Svizzera del Marocco. Non c'è che dire, tutto pulito e in ordine , le case in perfetto stile "alpi svizzere", stazioni sciistiche e tutti i servizi possibili. L'impatto è forte , inaspettato, come la temperatura .....dai 25° del deserto passiamo agli 8° della montagna. Lasciata la perfetta Ifrane, ci dirigiamo verso Meknes, altra città imperiale dove ci fermiamo per la notte .
Domani si parte per Tangeri, siamo in dirittura d'arrivo.
Non abbiamo ancora lasciato questa terra di contrasti che abbiamo già voglia di ritornare. Troppe emozioni forti ci hanno accompagnato in questi 10 giorni e il desiderio di riviverle è grande.
NON VOGLIAMO SMETTERE DI FARCI SORPRENDERE, perchè la vita...., come dice qualcuno, non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo, ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro .