Cile, Perù, Bolivia: I colori della natura tra Salar, vulcani e verdi altopiani
Domenica di Pasqua 2018 – Plaza de Armas – Cuzco – Perù
Siamo seduti su una panchina in pieno relax intenti ad ammirare una delle più belle piazze del Perù e probabilmente di tutto il Sud-America.
Si avvicina una bambina di neanche 4 anni e con un filo di voce si rivolge a mia moglie tenendo sempre gli occhi rivolti a terra: “ Me compras un llama ? “
Aveva in mano una trentina di portachiavi con agganciato un piccolo lama fatto di stoffa e lana. Chiediamo quanto costa. “ Un sol “ ci risponde, circa 20-25 centesimi di euro.
In quel momento arriva un altro bambino di qualche anno più grande e ci chiede da dove veniamo. Appena sente “Italia “, guarda la bambina e sottovoce le dice “ Dile si te lleva a Italia con ella”. Si dice si, dejales todos los llamas “. ( chiedile se ti porta in Italia con lei . Se ti dice di si, lasciale tutti i lama )
La bambina non ci fa nessuna domanda, né attende una risposta. Prende tutti i portachiavi, alza la testa e con un sorriso disarmante ci guarda e li appoggia sulle mani di mia moglie come per dire “ Ecco tutto il mio tesoro, sono pronta, vengo in Italia con voi “. Non potete immaginare il nostro stato d’animo in quel momento.
Li chiamano “niños de la calle “ o niños en la calle “ : i primi hanno ancora un rifugio in cui tornare dove c’è almeno una figura adulta di riferimento, i secondi non hanno né casa né famiglia. Sono sulla strada come altri bambini che insieme condividono questa vita sfortunata
Inizio così il nostro racconto del viaggio in Cile, Perù, Bolivia, perché al di là delle meraviglie naturalistiche di questi paesi che ti lasciano senza fiato e superano qualsiasi aspettativa, l’aspetto umano è quello che indiscutibilmente tocca l’animo nel profondo e che ti porta a riflettere, a fare confronti con la nostra vita e a tenere vivo il ricordo di un’ esperienza unica. Occhi e anima non si possono dividere.
Il nostro viaggio inizia il 26 marzo 2018 e dopo 15 ore di volo atterriamo a Santiago del Chile. Si inizia subito con il trasferimento aereo a Iquique , città che si affaccia sull’Oceano pacifico, capitale della regione di Tarapacà , la prima regione del Cile.
Qui ci aspetta la nostra moto noleggiata, perché ..si….. anche questo viaggio sarà rigorosamente in moto.
La distanza dal confine con il Perù è breve, circa 300 km e proprio alla dogana di confine iniziamo ad assaporare la complicata burocrazia di questa parte del mondo ed i ritmi di vita decisamente diversi. Qui non esiste la pressione dell’orologio, non esiste fare presto. Meglio armarsi di pazienza ed aspettare.
Purtroppo l’inizio del viaggio non è dei migliori. Ci viene infatti rifiutato l’ingresso in Perù. Il funzionario del ministero di trasporto cileno si è dimenticato un timbro su un allegato del documento relativo alla moto.
Per fortuna poco prima della dogana col Perù si trova il paese di Arica che ha la possibilità di accoglierci per la notte. Ci è andata alla grande, visto che nei 300 km di deserto percorsi fino a li non c’era anima viva.
Il giorno dopo, lunga fila al ministero per ottenere il timbro mancante, cosa comune a molti altri automobilisti, incavolati come noi, e poi di nuovo alla dogana . Dopo 3 ore di rimbalzi tra un ufficio e l’altro, tra timbri, altri moduli da compilare, controllo passaporti e bagagli.. siamo finalmente in Perù.
Facciamo presto a dimenticare lo stress accumulato. La natura che incontriamo ci regala un susseguirsi di paesaggi talmente belli che ci risulta difficile descrivere .
A partire dai colori. Prima il deserto di sabbia, poi un’arida steppa, poi montagne marroni, poi nere e infine verdi, un verde accecante, dai contorni nitidissimi quasi fossero dipinte. Sopra un cielo blu così intenso che credo non abbia eguali .
Rimaniamo in Perù circa 6 giorni, un buon periodo di tempo che ci permetterà di visitare i luoghi più caratteristici del paese :
-la pampa “cañahuas” della riserva nazionale Aguada blanca dove vigogne e alpache pascolano indisturbate tra i giganteschi cactus.
-Il Canyon del Colca a 3190 mt sul livello del mare con vedute incredibili sui terrazzamenti inca che ci porta a raggiungere la Cruz del Condor , il punto migliore per vedere da vicino questi maestosi uccelli, i messaggeri degli dei .
- Machu Picchu che in lingua quechua vuol dire “montagna vecchia “. La definiscono una delle 7 meraviglie del mondo e lo è davvero. Luogo caratterizzato a mio avviso da un’energia unica, una costruzione ingegnosa e affascinante e una vista sulla valle sottostante dell’ Urubamba da brivido .
-il mirador de los volcanos, uno dei punti più alti che toccheremo con splendida vista sugli 8 vulcani. Uno di loro inizia a fumare proprio nell’istante in cui arriviamo al mirador. Ci manca il respiro, questa volta non per il meraviglioso spettacolo a cui stiamo assistendo, ma a causa dell’altitudine che comincia a farsi sentire. Un veloce sguardo al navigatore e ci rendiamo conto che siamo a 4885 mt e non è il caso di fare gli eroi . Movimenti lenti , rilassati e piano piano tutto torna sotto controllo .
Mentre passiamo per i vari villaggi veniamo colpiti dalle minuscole case di mattoni cotti al sole e tutte indistintamente senza tetto, dai mercati in piazza, unica attività presente ai nostri occhi, dove i campesinos espongono i prodotti della loro terra, pannocchie, fieno, erba medica, frutta in un miscuglio di colori e profumi, dalle signore vestite con quelle ampie e pesanti gonne formate da strati e strati di stoffa e dall’inconfondibile cappello in testa, dagli occhi dei bambini che spuntano dai teli colorati con cui le mamme li avvolgono e li arrotolano sulla loro schiena.
Lasciamo il Perù e dopo 4 ore di dogana riusciamo ad entrare in Bolivia, il paese più povero dell’America meridionale.
Decidiamo di non pernottare a La Paz. Ogni entrata in un paese densamente popolato come questo è un’agonia. Il traffico è impressionante, un susseguirsi di tuc-tuc che ti affiancano da ogni lato e sfrecciano senza regole, un’aria irrespirabile causata dall’assenza di pioggia per lunghissimi periodi, un caos totale che porta a definire La Paz come “la città senza pace “, un po’ ironico considerato il suo nome. Vista dall’alto sembra un gigantesco alveare di case incomplete.
Ci viene da chiedere come possono vivere 1.500.000 persone in un luogo dove non ci sono fabbriche, non c’è lavoro, non c’è niente.
Mistero, tanto più che anche qui come in Perù, le persone non mancano di sorridere ed hanno una dignità unica. Sarà la rassegnazione, sarà che non contemplano un modo diverso di vivere, o forse, come noi, sono stregati dalla natura che li circonda da accettare anche la sofferenza.
La Bolivia ci stupirà per la varietà dei paesaggi, dal Lago Titicaca, alla catena delle Ande, alle vaste distese di quinoa rossa, nera e bianca, di cui la Bolivia è il più grande produttore al mondo, fino all’immenso deserto di sale, il Salar de Uyuni che ci ha davvero rapiti. Circa 12.000 km quadrati di sale a 3886 metri di altitudine, la più grande distesa del pianeta . Uno spettacolo di riflessi che a seconda che sia asciutto o coperto da qualche cm di acqua regala foto da sogno. Un’atmosfera davvero surreale.
Tutto sembra sospeso e non riesci più a distinguere l’orizzonte, dove finisce il lago e dove inizia il cielo. Secondo la leggenda si narra che un tempo ai piedi del vulcano Tunupa ci fosse una verde valle nella quale viveva una giovane coppia di sposi . Un giorno arrivò in questo luogo una ragazza straniera e lo sposo se ne innamorò perdutamente. Abbandonò la moglie che aveva appena partorito e se ne andò. La sposa rimase sola, disperata e le sue lacrime mischiate al latte che dava al bambino dette origine a uno dei più straordinari luoghi della terra.
Dopo la visita a questo deserto così suggestivo è ora di ritornare in Cile . Altra odissea in dogana, dove questa volta le moto vengo addirittura passate con uno scanner e viene controllato il serbatoio della benzina con una sonda apposita per verificare che non ci sia droga di contrabbando . Dopo le 3 -4 ore di rito siamo liberi.
In Cile ci aspetta un’altra meraviglia della natura, questa volta non un deserto di sale, ma il deserto di sabbia e pietra più arido del mondo, il deserto di Atacama.
Una distesa riarsa, priva di oasi e battuta costantemente da venti . L’obiettivo è raggiungere la famosa “mano del desierto”, una gigantesca scultura di ferro ricoperta di cemento che sbuca letteralmente nel mezzo del deserto. Cinque enormi dita che emergono fino ad un’altezza di 11 metri. Rappresenta la vulnerabilità dell’uomo di fronte alla sofferenza, alla solitudine ed a una natura che domina incontrastata.
Siamo alla fine del viaggio e nel gruppo già si parla di raggiungere la Terra del Fuoco l’anno prossimo. Mi sa che il Sud-America ci ha proprio stregato.
Viaggia
costruisci ricordi
vivi avventure
perché è sicuro che quando sarai vecchio e ti guarderai indietro
non penserai alle belle macchine che hai avuto o
alle 20 paia di scarpe firmate che hai comperato.
Penserai a tutte le notti passate a guardare un cielo pieno di stelle
e a ricordare tutta la gente meravigliosa
che hai incontrato nei tuoi viaggi.
Ripenserai a tutti i momenti in cui ti sei sentito incredibilmente vivo.
E alla fine di tutto ti accorgerai
che questi ricordi
sono tutto ciò che possiedi.
Domenica di Pasqua 2018 – Plaza de Armas – Cuzco – Perù
Siamo seduti su una panchina in pieno relax intenti ad ammirare una delle più belle piazze del Perù e probabilmente di tutto il Sud-America.
Si avvicina una bambina di neanche 4 anni e con un filo di voce si rivolge a mia moglie tenendo sempre gli occhi rivolti a terra: “ Me compras un llama ? “
Aveva in mano una trentina di portachiavi con agganciato un piccolo lama fatto di stoffa e lana. Chiediamo quanto costa. “ Un sol “ ci risponde, circa 20-25 centesimi di euro.
In quel momento arriva un altro bambino di qualche anno più grande e ci chiede da dove veniamo. Appena sente “Italia “, guarda la bambina e sottovoce le dice “ Dile si te lleva a Italia con ella”. Si dice si, dejales todos los llamas “. ( chiedile se ti porta in Italia con lei . Se ti dice di si, lasciale tutti i lama )
La bambina non ci fa nessuna domanda, né attende una risposta. Prende tutti i portachiavi, alza la testa e con un sorriso disarmante ci guarda e li appoggia sulle mani di mia moglie come per dire “ Ecco tutto il mio tesoro, sono pronta, vengo in Italia con voi “. Non potete immaginare il nostro stato d’animo in quel momento.
Li chiamano “niños de la calle “ o niños en la calle “ : i primi hanno ancora un rifugio in cui tornare dove c’è almeno una figura adulta di riferimento, i secondi non hanno né casa né famiglia. Sono sulla strada come altri bambini che insieme condividono questa vita sfortunata
Inizio così il nostro racconto del viaggio in Cile, Perù, Bolivia, perché al di là delle meraviglie naturalistiche di questi paesi che ti lasciano senza fiato e superano qualsiasi aspettativa, l’aspetto umano è quello che indiscutibilmente tocca l’animo nel profondo e che ti porta a riflettere, a fare confronti con la nostra vita e a tenere vivo il ricordo di un’ esperienza unica. Occhi e anima non si possono dividere.
Il nostro viaggio inizia il 26 marzo 2018 e dopo 15 ore di volo atterriamo a Santiago del Chile. Si inizia subito con il trasferimento aereo a Iquique , città che si affaccia sull’Oceano pacifico, capitale della regione di Tarapacà , la prima regione del Cile.
Qui ci aspetta la nostra moto noleggiata, perché ..si….. anche questo viaggio sarà rigorosamente in moto.
La distanza dal confine con il Perù è breve, circa 300 km e proprio alla dogana di confine iniziamo ad assaporare la complicata burocrazia di questa parte del mondo ed i ritmi di vita decisamente diversi. Qui non esiste la pressione dell’orologio, non esiste fare presto. Meglio armarsi di pazienza ed aspettare.
Purtroppo l’inizio del viaggio non è dei migliori. Ci viene infatti rifiutato l’ingresso in Perù. Il funzionario del ministero di trasporto cileno si è dimenticato un timbro su un allegato del documento relativo alla moto.
Per fortuna poco prima della dogana col Perù si trova il paese di Arica che ha la possibilità di accoglierci per la notte. Ci è andata alla grande, visto che nei 300 km di deserto percorsi fino a li non c’era anima viva.
Il giorno dopo, lunga fila al ministero per ottenere il timbro mancante, cosa comune a molti altri automobilisti, incavolati come noi, e poi di nuovo alla dogana . Dopo 3 ore di rimbalzi tra un ufficio e l’altro, tra timbri, altri moduli da compilare, controllo passaporti e bagagli.. siamo finalmente in Perù.
Facciamo presto a dimenticare lo stress accumulato. La natura che incontriamo ci regala un susseguirsi di paesaggi talmente belli che ci risulta difficile descrivere .
A partire dai colori. Prima il deserto di sabbia, poi un’arida steppa, poi montagne marroni, poi nere e infine verdi, un verde accecante, dai contorni nitidissimi quasi fossero dipinte. Sopra un cielo blu così intenso che credo non abbia eguali .
Rimaniamo in Perù circa 6 giorni, un buon periodo di tempo che ci permetterà di visitare i luoghi più caratteristici del paese :
-la pampa “cañahuas” della riserva nazionale Aguada blanca dove vigogne e alpache pascolano indisturbate tra i giganteschi cactus.
-Il Canyon del Colca a 3190 mt sul livello del mare con vedute incredibili sui terrazzamenti inca che ci porta a raggiungere la Cruz del Condor , il punto migliore per vedere da vicino questi maestosi uccelli, i messaggeri degli dei .
- Machu Picchu che in lingua quechua vuol dire “montagna vecchia “. La definiscono una delle 7 meraviglie del mondo e lo è davvero. Luogo caratterizzato a mio avviso da un’energia unica, una costruzione ingegnosa e affascinante e una vista sulla valle sottostante dell’ Urubamba da brivido .
-il mirador de los volcanos, uno dei punti più alti che toccheremo con splendida vista sugli 8 vulcani. Uno di loro inizia a fumare proprio nell’istante in cui arriviamo al mirador. Ci manca il respiro, questa volta non per il meraviglioso spettacolo a cui stiamo assistendo, ma a causa dell’altitudine che comincia a farsi sentire. Un veloce sguardo al navigatore e ci rendiamo conto che siamo a 4885 mt e non è il caso di fare gli eroi . Movimenti lenti , rilassati e piano piano tutto torna sotto controllo .
Mentre passiamo per i vari villaggi veniamo colpiti dalle minuscole case di mattoni cotti al sole e tutte indistintamente senza tetto, dai mercati in piazza, unica attività presente ai nostri occhi, dove i campesinos espongono i prodotti della loro terra, pannocchie, fieno, erba medica, frutta in un miscuglio di colori e profumi, dalle signore vestite con quelle ampie e pesanti gonne formate da strati e strati di stoffa e dall’inconfondibile cappello in testa, dagli occhi dei bambini che spuntano dai teli colorati con cui le mamme li avvolgono e li arrotolano sulla loro schiena.
Lasciamo il Perù e dopo 4 ore di dogana riusciamo ad entrare in Bolivia, il paese più povero dell’America meridionale.
Decidiamo di non pernottare a La Paz. Ogni entrata in un paese densamente popolato come questo è un’agonia. Il traffico è impressionante, un susseguirsi di tuc-tuc che ti affiancano da ogni lato e sfrecciano senza regole, un’aria irrespirabile causata dall’assenza di pioggia per lunghissimi periodi, un caos totale che porta a definire La Paz come “la città senza pace “, un po’ ironico considerato il suo nome. Vista dall’alto sembra un gigantesco alveare di case incomplete.
Ci viene da chiedere come possono vivere 1.500.000 persone in un luogo dove non ci sono fabbriche, non c’è lavoro, non c’è niente.
Mistero, tanto più che anche qui come in Perù, le persone non mancano di sorridere ed hanno una dignità unica. Sarà la rassegnazione, sarà che non contemplano un modo diverso di vivere, o forse, come noi, sono stregati dalla natura che li circonda da accettare anche la sofferenza.
La Bolivia ci stupirà per la varietà dei paesaggi, dal Lago Titicaca, alla catena delle Ande, alle vaste distese di quinoa rossa, nera e bianca, di cui la Bolivia è il più grande produttore al mondo, fino all’immenso deserto di sale, il Salar de Uyuni che ci ha davvero rapiti. Circa 12.000 km quadrati di sale a 3886 metri di altitudine, la più grande distesa del pianeta . Uno spettacolo di riflessi che a seconda che sia asciutto o coperto da qualche cm di acqua regala foto da sogno. Un’atmosfera davvero surreale.
Tutto sembra sospeso e non riesci più a distinguere l’orizzonte, dove finisce il lago e dove inizia il cielo. Secondo la leggenda si narra che un tempo ai piedi del vulcano Tunupa ci fosse una verde valle nella quale viveva una giovane coppia di sposi . Un giorno arrivò in questo luogo una ragazza straniera e lo sposo se ne innamorò perdutamente. Abbandonò la moglie che aveva appena partorito e se ne andò. La sposa rimase sola, disperata e le sue lacrime mischiate al latte che dava al bambino dette origine a uno dei più straordinari luoghi della terra.
Dopo la visita a questo deserto così suggestivo è ora di ritornare in Cile . Altra odissea in dogana, dove questa volta le moto vengo addirittura passate con uno scanner e viene controllato il serbatoio della benzina con una sonda apposita per verificare che non ci sia droga di contrabbando . Dopo le 3 -4 ore di rito siamo liberi.
In Cile ci aspetta un’altra meraviglia della natura, questa volta non un deserto di sale, ma il deserto di sabbia e pietra più arido del mondo, il deserto di Atacama.
Una distesa riarsa, priva di oasi e battuta costantemente da venti . L’obiettivo è raggiungere la famosa “mano del desierto”, una gigantesca scultura di ferro ricoperta di cemento che sbuca letteralmente nel mezzo del deserto. Cinque enormi dita che emergono fino ad un’altezza di 11 metri. Rappresenta la vulnerabilità dell’uomo di fronte alla sofferenza, alla solitudine ed a una natura che domina incontrastata.
Siamo alla fine del viaggio e nel gruppo già si parla di raggiungere la Terra del Fuoco l’anno prossimo. Mi sa che il Sud-America ci ha proprio stregato.
Viaggia
costruisci ricordi
vivi avventure
perché è sicuro che quando sarai vecchio e ti guarderai indietro
non penserai alle belle macchine che hai avuto o
alle 20 paia di scarpe firmate che hai comperato.
Penserai a tutte le notti passate a guardare un cielo pieno di stelle
e a ricordare tutta la gente meravigliosa
che hai incontrato nei tuoi viaggi.
Ripenserai a tutti i momenti in cui ti sei sentito incredibilmente vivo.
E alla fine di tutto ti accorgerai
che questi ricordi
sono tutto ciò che possiedi.